La devozione di Collebeato per la Madonna della Calvarola
di Rosa Casari

La storia del santuario è sempre stato molto caro agli abitanti collebeatesi, anche per un'apparizione della Madonna dell'Addolorata. Una devozione che ha portato anche a dare il nome di Vergine di Collebeato a un tipo di camelia del posto

 
C’è un santuario le cui origini rimangono ancor oggi di lattiginosa memoria nel paese di Collebeato: si tratta del santuario della Madonna del Pianto o della Calvarola.
 
Anticamente fondato sotto le pendici del colle di S. Stefano, nelle adiacenze di un importante monastero, lungo la strada romana che dal ponte Crotte giungeva attraverso Urago Mella a Collebeato e passando per S. Vigilio nella Bassa Valle.
 
La tradizione popolare dice sorgesse dove c’era una primitiva cappella dedicata alla Madonna del Patrocinio del XV secolo (confraternita lì presente) in un luogo dove parre fosse avvenuta un’apparizione della Madonna dell’Addolorata, che ad esso venne poi consacrato.
 
Un edificio che nel corso dei secoli si è ben conservato, comunque sottoposto a primi lavori di restauro nel 1973 e mantenendo immutata quella devozione degli abitanti di Collebeato che la ricordano ogni anno in una festa molto sentita.
 
Una gratitudine verso la figura della Madonna tanto da dare il nome a una varietà locale di camelia, chiamata Vergine di Collebeato (foto 2).