Suocere e nuore
di Itu

Quante illusioni da attraversare , uguali per donne e uomini,ogni rapporto uno stimolo a conoscere le nostre umane debolezze.

 
"E adesso che sono suocera definisco io”.
Uno dei più complicati rapporti umani che si possono immaginare passa attraverso quel filo maschio che dal contesto tradizionale di famiglia ad uno nuovo dove (poverino!) lui si innamora e spera di essere nutrito e sostenuto di quell’amor incondizionato che lo ha avviluppato nel suo primo vagito.
 
Bhè, questo è problema maschile irrisolto, specialmente se contestualizzato dai nostri ricchi sistemi istituzionali a favore della famiglia(!).
Mi intriga invece il meccanismo che si sviluppa nell’eterno femminino, quel nascere femmina, quel diventare donna con quei segni che ti portano alla scelta del maschio con cui procreare e sperare un rapporto duraturo, la sorellanza per esempio attrezza alla dura battaglia nel dare confini di territorio, i maschi stanno fuori e le donne a tramare trucchi per rendere piacevole il riposo.
 
Questo accade mentre nascono figli, nipoti e la famiglia invecchia di tutti i rancori, le donne ancora a misurarsi con tutti gli umori che il cambiamento porta, si trascina in una maturità globalizzata che ti prende in considerazione solo se arraffi un lavoro e ti arrabbi con la maestra di turno sui diritti dei tuoi amati figlioli.
 
Il resto sembra silenzio, quel silenzio che arrotola anni di indesiderata giovinezza, ma quella passa e dove si nasconde il tormento?
E ’sotto i nostri occhi, un figlio cresciuto che sceglie un’altra donna per rifarsi un nido, possibilmente con la tutela della precedente donna della sua vita, perché due donne sono sempre meglio di una.
 
Sarebbe interessante riuscire ad uscire da questa dinamica perversa, perché snatura l’intento del cambiamento e ridicolizza tutto in rapporti di potere, un paradosso per le donne.
Quanta solitudine serve ancora per digerire la vita?