Cosa rimane
di Itu

Le vacanze diventano tali solo se ci abbandoniamo per davvero al fluire del tempo-spazio di cui siamo protagonisti. Nesun prezzo vale stare dentro le nostre vite con i nostri sensi in allerta.

 
Perché una vacanza diventa tanto agognata dopo mesi dei soliti ritmi?
Non sempre risponde alle aspettative, anzi più è elaborata nella mente  e in emozioni da riempire più lo scotto della delusione comprende tutto quello che sembra sbagliato al nostro ritemprarci.
 
E’ così facile dimenticarsi di quanto brucia la pelle di sole e di sale, di come diventa sensibile e preda di zanzare notturne che rompono l’incanto della luna che si specchia sul mare.
Solo i giovani reggono l’affronto  del caldo dei viaggi, delle code sull’autostrada, del movimento stralunato dei porti e delle stazioni aeroportuali e dei treni, riuscendo a depistare la malinconia dei ritardi, quel mondo d’attesa che lascia sconvolto chi tanto paga per fuggire dal suo piccolo mondo.
 
Ecco, sembra proprio quel fuggire il nodo che rende scomoda la vacanza che invece chiede proprio la rassegnazione al fluire dell’avventura.
Così per mesi può riaffiorare quell’emozione che arriva dal palato del sapore di un pomodoro pieno di succo, di una sosta all’autogrill dove senti già che il panino ti strangola insieme al variare delle temperature interne e quelle del piazzale assolato e bruciante per raggiungere l’auto, di quel rumore di ruscello che segue il sentiero di montagna, del gioco delle onde del mare insieme alla voce di una bimba che incredula esclama “ Guarda papà, sembrano onde di latte!”.
 
Allora tutto questo diventa un diario dentro il nostro corpo assetato di novità, sarà nella nostra mente che la vacanza vive, si nutrirà di tutto quello che si pensava non potesse accadere.