Una coda d'estate infuocata
di Itu

Il passaggio delle stagioni propone sempre la variante di picchi di temperature estreme e fenomeni di stancante stabilità atmosferica. In ogni caso ci dimenticheremo dell'afa alla prossima perturbazione

 
Sempre che si debba raffrontare la calura estiva con i termometri di precedenti valori fiammeggianti, sono proprio vecchia se mi stufo degli allarmismi e temo invece la memoria sempre più corta rispetto al sentire.
 
C’è poco da fare con il tempo che passa, la siccità di questi giorni è la riprova che non si può cambiare il disegno del cielo, vale la pena guardare l’effetto che fa impietosirsi dell’erba seccata, delle foglie d’albero fiaccate nel verde, di scoli dove l’acqua allegra sgrondava dai fianchi della montagna e che adesso puzzano di poche gocce putrescenti, di animali assetati che cacciano con le code indolenti tafani stanchi anche loro di ronzare.
 
Per i montanari è proprio cosa strana questo stallo di alte temperature, non si può rischiare di lavorare ad imballare il fieno se non in ore strane, la siesta pomeridiana spopola le strade dei bambini che con la palla in mano non sanno dove calciare in un poco di ombra e vicini ad una fontana, stamattina mi sono impietosita di una squadra di polizia stradale che sulla variante faceva il suo lavoro di controllo a ridosso di un muro ruggente di calore intrappolato e del riflesso assassino del sole del mezzodì che bruciava dall’asfalto.
 
In cucina scordarsi di rimestar polente, le massaie si dedicano alle conserve solo se c’è da star lontano da gas e forni ma lo struggimento aumenta perché la smania è di sfruttare le cose dell’orto e le erbe aromatiche.
 
Un melo ha lasciato andare i suoi frutti sul sentiero, troppa fatica stringere e dissetare rami , foglie e mele. Cresce l’ansia per la burrasca che verrà, quella che spingerà rabbiosa fuori dal calendario i giorni dell’estate, del nostro tempo all’aperto, delle nostre passeggiate e incontri fuori dalla casa.
 
Cresce la malinconia per un tempo che ci rimette al passo con gli impegni di lavoro e di scuola, attraversati da terribili dubbi su come affrontare il prossimo passaggio.