Incursione nella selva dei soprannomi valgobbini
di Fonte: Egidio Bonomi, Giornale di Brescia, 12 agosto 2012

Nel ceppo Ghidini sono ben 35 gli "scötöm" sviluppatisi nel tempo e originatisi dal vocabolo germanico 'Widin' poi trasposto nel latino 'vidus' (bosco). Radici comuni e diversificazioni che in complesso portano Lumezzane ad avere più di 4.000 soprannomi

 
I soprannomi, a Lume, sono più importanti dei cognomi. Anche se oggi vanno scomparendo nella multietnicità. Prendiamo i Ghidini: son più d’un migliaio, la maggior parte nella sottofrazione di Mosniga, a S. Apollonio.
 
Cipriano Ghidini, compianto e arguto industriale, soleva dire che "a Mosniga anche le galline erano Ghidini". Il cognome ha la stessa radice di Ghidoni, Ghidelli, Ghidotti, ma è specifico dell’area bresciana, con qualche presenza in Emilia Romagna.
 
Ghidini discende probabilmente dal nome germanico Widin, la cui radice Wid, derivata dal gotico, ha originato il vocabolo vidus che significa bosco. La stessa radice ha generato il nome Guido.
 
A Lumezzane, ben curiosamente, i Ghidini in capo alla famiglia «Tahù» si sarebbero diramati in un delta di trentacinque soprannomi, secondo la ricerca di Enzo Saleri, districatosi nella selva ‘ghidinea’.Comedire che, ancor prima della finanza, anche nei soprannomi esistono i ... derivati.  
 
Se qualche «hcötöm» non fosse di stretta aderenza ai «Tahù», la nota non perde sapore. Come i Hüpilì, ad esempio, un ramo dei Ghidini Mahöla, per quanto possa essere possibile l’aggancio coi «Tahù».
 
Ma ecco i «hcötöm» della consistente ... «tahuneria»: Htefani e Checo de Htefanì; Pròtol, Dhanù, Cioci, Cibo, Brüdhì, Gnade (la gnada è il nido degli uccelli), i citati Hüpilì, Htefanio, Hgrigna, Baglio, Baglinì (a Lume il diminutivo si riferisce al figlio), Hopo, Dòde, PìdeDòd e (Pi,estremo smagrimento di Giuseppe), Tano de Dhòde, Gioanì de Arì, Beèl, Tridhidì (così ... scotomato perché tredicesimo figlio, in tempi in cui non si badava a spese quanto a prole), il capintesta Tahù, Monchèt e Tita de Monchèt,Canapì (la canapa in dialetto è, anche, il naso), Bolòt, Bepì; digressione zoofila con Balena, Pola, Vaca e Talpa. Ancora: Cicio, Merèla, Barbàh, Poadhae Hacalogia (in italiano esiste il cognome Scaluggia, chissà...).
 
I soprannomi lumezzanesi sono più di 4mila e per dire del loro florilegio ecco una filza da scioglilingua: Picio, Pecio, Pacio, Pacì, Pacioto, Paciuti, Piciù, Pacete, Panceta, Panciù, Pancì, Puncì.
 
Passi anche un colpo di... scienza filologica: il bresciano «scötöm», da cui l’aspirato «hcötöm» lumezzanese, deriva dal greco «skopto» che significa prendere in giro e da “scòtoma” vertigine, confusione. Il soprannome non è forse vertigine e presa fondelliana a un tempo? Quando si dice l’ascedenza nobiliare!