Nave si tiene stretto il giovane tiratore Luca Ferrari
di Rosa Casari

A ottobre il 15enne di Nave ha vinto insieme ad altri cinque atleti lombardi la Coppa delle Regioni nella specialità del trap (fossa olimpica), Uno sport in crescita anche grazie alle medaglie conquistate alle Olimpiadi dall'Italia

 
Sono ancora vivide le medaglie olimpiche conquistate a Londra nel tiro a volo da Jessica Rossi (oro) e Massimo Fabbrizi (argento).
 
Due atleti di punta della nazionale italiana di tiratori che alla base ha un grande settore giovanile e allenatori bravi, in grado di far crescere i ragazzi che si avviano alla pratica di questo “sport minore”.
 
Minore soltanto nei numeri, ma non nella passione: quella passione che da diversi anni ha travolto anche il 15enne Luca Ferrari di Nave. Un tiratore triumplino capace di emergere lo scorso ottobre insieme ad altri cinque coetanei nella Coppa delle Regioni, vinta nella specialità della fossa olimpica nel confronto con le altre selezioni regionali italiane.
 
Una passione che per il giovane Luca è arrivata dalle giornate trascorse da piccolo a caccia coi nonnni e influenzata da un cugino  più grande che spara al piattello.
 
“All’inizio – dice Luca Ferrari – mio papà non voleva che iniziassi, adesso invece è lui a incoraggiarmi costantemente nell’andare agli allenamenti presso la scuola Trap Concaverde di Lonato (foto 3), dove sparo da due anni. Prima giocavo a baseball e per un anno ho praticato entrambi gli sport, prima di dedicarmi completamente al piattello. La cosa che mi piace è che è uno sport individuale: se fai bene è merito tuo, se fai male sei sempre tu che non sei stato bravo, non puoi incolpare nessun altro per un risultato non buono, solo te stesso. Questa cosa ti insegna a concentrarti, ti dà equilibrio”.
 
Uno sport nelle sue diverse specialità (trap, double trap, skeet) che le Olimpiadi e i successi italiani sta facendo conoscere a molti ragazzi, insegnando principi come la costanza, l’allenamento, la concentrazione, l’impegno, che molti giovani oggi schivano per più facili e comode vie.
 
“Il tiro a volo mi piace davvero molto – aggiunge il 15enne tiratore navense – e dopo il primo momento di difficoltà da parte della mia famiglia nell’accettare che io praticassi questo sport, poi mi hanno assecondato totalmente. Tra l’altro, l’altro hanno dovuto fare il porto d’armi perché sono minorenne e il fucile posso maneggiarlo solo in campo, fuori sono loro che lo custodiscono. In più ci sono pochi centri in provincia nei quali è possibile praticare il tiro al piattello e mi devono sempre accompagnare, lo fanno a turno, alternandosi con il nonno. Ma è una cosa che fanno molto volentieri”.