A San Bartolomeo divieto assoluto di «campeggio»
di Erregi

Una decisione forse drastica, quella messa in atto dal Gruppo Alpini di Gardone, ma dettata dalle circostanze: dopo numerosi attacchi e atti vandalici, il santuario di Magno va tutelato

 
Non mancano, né mancheranno in futuro, le lamentele: passare la notte nel praticello antistante la chiesa di San Bartolomeo, a Magno di Gardone, è, soprattutto per i giovani, quasi una tradizione, ma, stanchi di raccogliere i cocci di un luogo a cui sono tanto devoti, gli Alpini di Gardone, con il benestare e l’appoggio dell’amministrazione, hanno deciso di vietare il “campeggio”.
 
Nonostante ciò, però, Alceste Guerini, capogruppo delle penne nere gardonesi, ha raccontato, al “Giornale di Brescia” che i primi “ribelli” che hanno contestato e violato il divieto, non sono mancati.
 
Questa volta, quantomeno, il danno causato si è ridotto allo spreco di legna che gli alpini avevano raccolto e messo a disposizione, ma i ragazzi sono stati redarguiti e mandati via.
 
La preoccupazione, dopo furti e atti di sacrilegio, come la decapitazione della statua della Madonna, va prima di tutto al santuario, ai beni storici, religiosi, culturali ed affettivi che contiene e al suo significato e, a torto o a ragione, lo svago dei giovani è stato considerato di secondaria importanza.