Quella moneta nascosta (e ritrovata) sotto il Blumone
di Andrea Alesci

A metà luglio il 23enne saretino Mattia Zanagnolo era in cammino lungo il n.1 dell'Adamello con alcuni amici, quando dentro una trincea sotto il Blumone ha ritrovato le 500 lire incastrate nel 1998 dallo zio Flavio Antonini

 
Fra le dolomie al cospetto del Blumone stanno ferme e immobili rocce che hanno conosciuto le vite sacrificate di molti soldati italiani alla causa della patria.
 
Rocce poste dall’uomo per difendersi dall’uomo, rocce che nel sibilo pungente del vento portano gli echi di voci sommesse, rocce che nascondono anche piccole semplici storie come quella fatta rinascere da un giovane saretino di nome Mattia Zanagnolo.
 
Là, fra i ruvidi mattoni di pietra di una trincea giaceva da quindici anni una piccola moneta da 500 lire. Là l’aveva incastrata nell’estate del 1998 Flavio Antonini, tra le fessure di quelle mura a 2.600 metri sotto il Cornone del Blumone, per un futuro che l'11 luglio scorso il nipote 23enne Mattia Zanagnolo ha trasformato in presente.
 
In cammino con alcuni amici lungo il sentiero numero 1 dell’Adamello, Mattia portava con sé una foto dello zio Flavio immortalato mentre se ne stava arrampicato fra le pietre per nascondere quel piccolo tondino bimetallico.
 
“Da tempo – dice Mattia Zanagnolo – avevamo programmato l’escursione lungo il numero 1 e prima di partire ho messo nello zaino quella fotografia che ritraeva lo zio Flavio; non sapevo quale fosse il posto esatto dove stava nascosta la monetina, né sapevo se, una volta individuatolo, avrei trovato ancora quelle 500 lire di quindici anni fa. Poi, insieme ai miei compagni di viaggio, abbiamo notato questa trincea semidistrutta proprio sotto il Cornone di Blumone e confrontandola con la foto ci pareva proprio quella raffigurata.
 
Così – continua il racconto Mattia –, mi sono arrampicato, ho cercato speranzoso un luccichio negli interstizi fra le rocce e … come un cercatore di tesori che trova l’agognato baule, eccola lì, brillante come un raggio di sole la moneta dello zio Flavio. L’ho tirata fuori, immortalato il momento con una foto nella stessa posizione e poi l’ho rimessa alla custodia delle rocce insieme a 50 centesimi nuovi di zecca”.
 
Cinquanta centesimi di euro e 500 lire che dallo scorso 11 luglio se ne stanno riposti tra le fessure di quelle rocce fatte di Storia da non dimenticare e di piccole storie da ricordare.