Il Nostrano Valtrompia e un Dop per cambiare
di Vanessa Maggi

Il riconoscimento avvenuto la scorsa primavera ha rilanciato tutto il settore agricolo dell'Alta Valtrompia. Nella filiera produttiva del Nostrano sono coinvolti 25 produttori per un totale di 1.000 chili di formaggio all'anno

 
Dopo che anche il Ministero ha dato l’annuncio ufficiale del riconoscimento Dop al Nostrano Valtrompia, ecco quest’eccellenza gastronomica triumplina presentarsi in tutte le sue sfaccettature.
 
Una filiera produttiva che può contare su 25 aziende sparse per la Valle e una produzione quantitativa di 1.000 chilogrammi annui.
 
Un marchio Dop che ha significato tanto per una Valle nella quale l’agricoltura negli ultimi anni ha dovuto lottare strenuamente per non soccombere ai processi di industrializzazione e che può contare su 400 imprese agricole, di cui 215 impegnate nella produzione di latte e con un monte capi bovini allevati di 2.500 unità (1.600 vacche).
 
Di qui una produzione annua di 52mila quintali di latte (circa il 25% del totale), che portano ai 1.000 chili di formaggio annui distribuiti – come detto – su 25 produttori. Il latte restante viene invece consegnato ai caseifici e impiegato per altri 130 prodotti caseari con stagionature differenti, fra cui la rinomata Formagella di Valtrompia.
 
“Il riconoscimento Dop – dice il presidente del consorzio Nostrano Valtompia, Silvio Zanini – può essere un prezioso punto di partenza per rilanciare il settore agricolo e offrire nuovi spunti ai produttori, con l’auspicio che l’aumento della domanda possa portare benefici anche alle quotazioni del prodotto: ad oggi il Nostrano si attesta sui 18-20 euro al chilo, ma l’aspettativa è di arrivare in breve tempo sui 25 euro, per un prodotto che deve stare sotto stagionatura almeno per 12 mesi”.

Nelle foto, dall'alto in basso: il processo di salamoia del Nostrano Valtrompia, il presidente del consorzio Silvio Zanini, la formagella di Collio.