Gli ultimi degli ultimi
di Itu

In tempi di crisi più netti diventano i confini dove cercare dignità.

 
Lungo le strade di un sud sempre più straziato vedo: donne giovanissime, molto belle e bruciate dal sole estivo dirompente delle quattro pomeridiane, a coppie o sole sui bordi di asfalto polverosi, slabbrati e pieni di rifiuti tipici della miseria.
Alcune si dondolano su zeppe improbabili, altre sono accasciate sul bordo strada, alcune di colore altre dai tratti nordici e scottate dai raggi impietosi del sole pieno.
 
Aspettano.
Sono impolverate e cola il sudore, il caldo spalanca le membra e chiude più fondo i pensieri, lo spessore dell’umiliazione si mescola a come giustificare l’assenza di giornate che possano riscattare tanta sofferenza.
Un giovane di colore guarda da distanza una coppia di miserabili, un magnaccia forse o un innamorato che spera in una redenzione?
 
Ad ogni modo sento quanto sono vicini nella gara a prestare il loro nome nella fila degli ultimi.
Non cambia molto nelle strade del nord, solo che non piacciono i raggi di sole e la luna accompagna lo stesso mestiere.