Da Concesio per il giro dell'Islanda in bicicletta
di Giuseppe Belleri

L'avventura su due ruote è stata compiuta la scorsa estate da due appassionati cicloamatori concesiani e altri tre loro amici bresciani, con il ricavato della vendita di 726 cartoline poi spedite che è andato al Comitato di solidarietà San Vigilio

 
Che cosa avrà spinto Enzo Gabrieli e Gigi Bianchetti di Concesio insieme a Franco Reboldi di Ospitaletto, Milena Pietrantonio e Tiziano Pirazzi di Verbania nel voler raggiungere e poi percorrere l’Islanda in bicicletta?
 
Grazie a loro abbiamo rivolto l’attenzione alla poco conosciuta Islanda, grande come un terzo dell’Italia, (da cui partirono i vichinghi per la scoperta delle vicine nazioni): un Paese che nel 2009 ha già vissuto la crisi economica che ora stiamo vivendo pure noi.
 
Era diventata in soli quindici anni una delle nazioni più ricche del mondo, perché le tre banche private avevano attratto i capitali esteri con l’offerta di alti tassi di interesse. In seguito alla bancarotta nazionale i 320 mila abitanti, dopo aver indetto un referendum nel marzo 2010, hanno nazionalizzato le banche, si sono affrancati dal sistema finanziario internazionale e hanno avviato un processo di democrazia diretta e partecipata che ha portato a stilare una nuova costituzione.
 
Il viaggio dei cinque si è compiuto nel luglio 2011, partendo sotto una pioggerellina da piazza Garibaldi a San Vigilio. Tre forature nei primi chilometri, poi tutto liscio fino al terzultimo giorno, quando a Losanna si è rotto un perno: fortuna ha voluto che trovassero da un meccanico una bici identica lasciata in deposito da un italiano con la quale hanno fatto cambio, come solevano fare un tempo i pony express.
 
A Copenaghen, dopo aver impacchettate le biciclette, si sono imbarcati sull’aereo che avrebbero poi ripreso al ritorno, facendo scalo ad Amsterdam. Giunti nella capitale dell’Islanda, Reykjavík, e rimontati i loro mezzi hanno ricominciato a pedalare.
 
“Ci pareva di essere fuori dal mondo – racconta Enzo Gabrieli –: paesaggi mozzafiato con cascate, geyser e lagune d’acqua calda; tranquille distese di verde, freddo e tanto, tanto vento (non si riusciva neppure a sudare tanto era il freddo); quattro ore di buio e temperature dai 4 ai 16 gradi; migliaia di cavalli e pecore, essendo la pastorizia la principale risorsa insieme all’agricoltura e alla lavorazione del pesce; la popolazione che pare chiusa e fredda, non appena ‘si rompe il ghiaccio’ diventa molto ospitale (alcuni ci hanno ceduto la loro casa per la notte)”.
 
Alla domanda se avessero incontrato ostacoli, imprevisti o pericoli hanno risposto: “Nessuno, sono molti i turisti che si incontrano anche in bicicletta, ma che generalmente si limitano a fare alcune centinaia di chilometri all’interno; oltre al timore delle cadute, gli unici pericoli erano le condizioni climatiche che cambiavano repentinamente: in pochi minuti usciva il sole che ‘filtrava’ come un innamorato fra le variegate nuvole che parevano onde marine; una sinfonia per gli occhi. Poi, dopo alcune centinaia di metri trovavamo una gelida pioggia; questi continui sbalzi ci hanno temprato fisicamente mentre l’amicizia che ci univa era già più che tenace".
 
A Gigi abbiamo invece chiesto se vorrebbe andarci a vivere: “A breve no, là c’è troppa tranquillità, forse dopo la pensione”.
 
L’iniziativa aveva anche un rilevante carattere benefico: l’intero ricavato della vendita delle 726 cartoline, poi spedite ai vari destinatari dall’Islanda – con un costo di 681 euro in bolli – è stato devoluto al Comitato di solidarietà di San Vigilio per il “Progetto giovani”, ossia l’accoglienza di giovani d’ogni nazionalità, permettendo loro un’esperienza di crescita umana e spirituale presso la Casa della Pace.
 
A fine agosto 2011 i cinque atleti della solidarietà sono riapprodati a casa, con Franco, Gigi ed Enzo che lentamente sono ritornati in piazza Garibaldi, accolti dai parenti, amici ed autorità; erano assenti il medico, il farmacista, il maestro e il carabiniere, che un tempo figuravano sempre negli eventi pubblici, ma in compenso c’era il prevosto, il sindaco e due assessori.
 
I cinque ciclo-esploratori in 35 giorni hanno percorso 5.114 km in bici e 4.000 in aereo; hanno viaggiato per 12 giorni in Islanda percorrendo poco più di 1.500 km circumnavigando in senso antiorario l’isola sulla “Road n°1” e facendo ogni tanto delle incursioni all’interno; hanno attraversato Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Islanda, Danimarca, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria; hanno avuto dieci forature, rotto due raggi e un perno; hanno perso mediamente 6 chilogrsmmi a pancia e hanno avuto poche e veniali cadute.
 
La loro esperienza, visti i tempi di crisi, potrà essere di sprone anche a molti concittadini sedentari che potrebbero abbinare un salutare movimento – anche dimagrante – a una vacanza istruttiva, itinerante e dal costo contenuto.