La festa di Sant'Emiliano
di Andrea Alesci

Come tradizione dal 1868 la festa del santuario saretino dedicata ai Santi Emiliano e Tirso (22 novembre) si celebra la prima domenica di luglio per consentire a tutta la comunità di riunirsi nel luogo tanto caro. Una giornata a cura del Gam Sarezzo

 
S. Emiliano è un luogo che affonda le proprie radici nel lontano XIII secolo, quando sopra i ricchi pascoli dei Grassi un monastero bresciano decise d’insediare il santuario dedicato ai Santi Emiliano e Tirso.
 
Culto che si salda anche a quello di S. Cecilia, ricordata nell’omonima grotta a pochi minuti dal santuario, dove si dice scampò all’inseguimento dei pagani.
 
Storie di Santi incise nei secoli andati e conservate nella memoria dei saretini, che lassù si troveranno domani, domenica 1° luglio, per festeggiare con una S. Messa celebrata alle ore 11 e poi mettersi intorno alla tavola per un pranzo insieme (ore 12.30, prenotazioni da Pierluigi al 335.6535439).
 
Una giornata da trascorrere in quel luogo che è di tutta la comunità, che dal ‘500 si trova sotto il patronato del Comune di Sarezzo e la cui custodia venne affidata volta per volta a un eremita (romét) sino ai primi anni Sessanta, quando cominciarono i primi lavori di restauro strutturale e se ne presero cura gli Alpini di Sarezzo.
 
Poi, nel 2007 un restauro massiccio di santuario e ristoro e la gestione affidata al Gam (Gruppo autonomo montano) presieduto da Luciano Pintossi.
 
Un gruppo consolidato che in questi anni ha continuato e continua a tenere aperto ogni weekend da aprile a ottobre quel luogo millenario i cui muri bianchi hanno attraversato il tempo e rassicurano tuttora gli sguardi dei saretini volti al cielo. Lassù a 1.102 metri dove l’estate è un po’ più fresca.
 
Nelle foto di Alberto Contessi: il santuario dei santi Emiliano e Tirso dentro e fuori, una panoramica su Sarezzo.