San Bartolomeo costretto a dire «no» ai campeggiatori
di Erregi

La decisione sofferta è stata presa dal Gruppo Alpini di Gardone in accordo con l'amministrazione: i cartelli sono già stati collocati nei pressi del santuario. Il motivo? Paura di altri atti di vandalismo

 
Il dispiacere è tanto, specie per tutti quei ragazzi che abitualmente con la bella stagione decidevano di passare una nottata in tenda nel piccolo e comodo praticello antistante la chiesa, magari con un falò e qualche chitarra, con semplicità e senza fare danni.
 
Ma, d’altronde, che altre armi avevano a disposizione gli Alpini? Onestamente,dopo che i soliti ignotihanno devastato per ben due volte i fariche illuminano la facciata della chiesetta, divelto e fatto a pezzi più volte la statua della Madonna che si incontra sul sentiero e bruciato tutta la lagna pazientemente raccolta e messa a disposizione dai volontari, la prudenza non è mai troppa.
 
Qualche tempo fa, “Eco delle Valli” aveva pubblicato la lettera di un papà che, su richiesta dei figli che volevano festeggiare il compleanno con gli amici con un piccolo campeggio a San Bartolomeo, aveva telefonato alla sezione gardonese delle penne nere e aveva ricevuto un rifiuto.
 
E, a ragione, scriveva “chi chiede il permesso non è un teppista” e ancora “dicendo di sì avrebbero potuto chiedere in cambio qualche piccolo lavoro di manutenzione”.
 
Tutto vero. Ma viene anche da pensare: dopo tutti questi anni di lavoro, impegno e devozione alla chiesa di San Bartolomeo e dopo questo susseguirsi di danni e beffe, un po’ di rigidità ci vuole.
 
Non  va dimenticato, inoltre che, ad andarci di mezzo, purtroppo, non sono solo quelli che non c’entrano nulla, ma soprattutto gli Alpini: sono loro a fare la parte dei cattivi quando, invece, semplicemente non sanno più come difendere un’area per loro tanto cara e significativa.
 
La decisione è sì drastica, ma certamente anche giustificata e se si fa di tutta l’erba un fascio, vedendo potenziali teppisti in ogni comitiva di escursionisti che passa da lì, è solo per timore e per salvaguardare e tutelare sia il lavoro delle penne nere che la chiesetta stessa.