La storia (quasi) infinita della Stu di Villa Carcina
di Andrea Alesci

Pare che sia giunta quasi al termine la vicenda della società di trasformazione urbana (51% Comune, 49% privati) che doveva compiere un intervento urbanistico nel cuore del paese. Manca solo il nome del liquidatore, atteso per la metà di luglio

 
Pare essere giunta al suo termine l’infinita storia che riguarda la questione della Stu, società di trasformazione urbana di Villa Carcina con capitale detenuto al 51% dal Comune e 49% diviso tra privati (Paterlini & Tonolini più gruppo Unieco).
 
Una storia che affonda le radici ancora negli anni Novanta e che avrebbe dovuto cambiare il volto urbano del paese con la ridefinizione dell’ampia area (20mila metri quadrati) antistante il municipio.
 
Diciamo ‘pare’ essere giunta alla fine, perché ancora manca un tassello alla risoluzione dell’annosa e spinosa questione: il nome del liquidatore.
 
Un nome che, nonostante le tante riunioni tenutesi in questi mesi, ancora non arriva, tanto che l’ultimo rinvio ha spostato il termine per la decisione alla metà di luglio. Una volta individuato il liquidatore, lo stesso potrà avviare le procedure per lo scioglimento della società.
 
Certo, quel traguardo sarà partenza di una nuova storia, giacché si dovrà decidere circa la destinazione dell’area, con la proprietà suddivisa a metà fra privati e Comune.
 
Una vicenda che ha ancora non ha fine, sperando non si concluda come ne “La storia infinita” del regista Wolfgang Petersen, con il 'Nulla' che avanza a divorare ogni cosa.