Gardone: ancora polemiche contro la maggioranza
di Erregi

Le perplessità della minoranza su questioni come la Centrale a biomasse e le alienazioni di proprietà comunali si sommano alle dimissioni di Mattia Guarneri, con il clima generale che si fa molto teso

 
La questione delle alienazioni messe in atto dalla maggioranza guidata da Michele Gussago, proprio non piace alla minoranza gardonese, che contesta le scelte dell’amministrazione, a partire da quella di non mettere sul piatto lo Stallino per fare cassa.
 
Secondo la Lega Nord, infatti, vendere lo Stallino e, magari, alienare una delle due farmacie comunali del territorio, sarebbe stata un’opzione migliore, rispetto all’alienazione di proprietà meno significative.
 
Si avanza anche l’ipotesi, per recuperare lo spazio che si perderebbe con la vendita della proprietà in Caregno, di riaprire, con la collaborazione e il benestare della famiglia Beretta, la casa vacanze al Pian di Pietra, in Maniva.
 
La proprietà in questione, oltre ad avere un forte significato affettivo per generazioni e generazioni di gardonesi, una volta sistemata sostituirebbe più che bene le funzioni dello Stallino, utilizzato anche dalle scolaresche, proprio come una volta succedeva in Maniva.
 
Altro dubbio si avanza sull’indefinito progetto che vede coinvolto il campo Redaelli: si parla di sistemazione, ma anche del coinvolgimento di un team di rugby, ma restano soltanto parole per ora. A chiudere la carrellata, poi, c’è la convinzione del cattivo operato della maggioranza in merito alla centrale a biomasse.
 
Lega e Pdl concordano nel “bocciare” l’attitudine dell’amministrazione che, dopo un’operazione da 10 milioni di euro, sembra essere giunta a un nulla di fatto, “proprio come - ricordano -  è successo con il museo d’arte sacra".
 
Progetto  fermo, quello della centrale, che costringerà il Comune a scegliere la soluzione più consona tra la vendita del progetto e dell’autorizzazione alla costruzione, l’appoggio ad un investitore privato o, nel peggiore dei casi, l’abbandono stesso del progetto che si tradurrebbe in uno spreco di 150mila euro.