A tempo di record
di val.

Meno di tre giorni sono stati sufficienti a Casto per creare un'alternativa alla Provinciale chiusa per cedimento sotterraneo.

 
«Go bel’è capit, l’è piö roba mé. Fi chèl che ghif de fa (ho capito, non è più mia proprietà. Fate ciò che dovete)».
Sono state sufficienti queste parole, pronunciate da Sandro Pasini, per dare il via all’operazione che in men che non si dica ha permesso la riapertura della Provinciale III, chiusa giovedì scorso in località “Penardì”, un chilometro a monte dell’abitato di Casto e riaperta il sabato.
 
L’ordinanza di divieto di transito era stata emanata dalla Provincia, dopo che sulla sede stradale si era aperto un “fornello” rivelatore di una voragine in grado di inghiottire un intero condominio.
Le cavillose procedure di intervento, ma soprattutto la mancanza di fondi, rischiavano di bloccare tutto per mesi.
 
Invece no.
L’indagine geologica per capire cosa fare l’ha commissionata subito il Comune di Casto ed è durata 24 ore, col dott. Pagano che ha utilizzato uno strumento in grado di misurare la dispersione elettrica nel terreno e di riportarne una sorta di radiografia che indica cavità e “pieni”.
Tempo 36 ore per eseguire i lavori: una “bretellina” lunga poco più di cento metri, larga sei, realizzata dalla ditta Gasparini a monte della strada, che da sabato sera permette di bypassare l’ostacolo.
 
«Qui la viabilità è troppo importante: serve le frazioni di Casto, ma anche Mura e l’area artigianale di Lodrino – ci dice Francesco Franzoni, il vicesindaco che si è occupato della faccenda, gestita sul posto dall’amico Tullio Freddi -. Certo è andato tutto bene: la Provincia ha accettato che fossimo noi ad occuparcene, come già avevamo fatto su questa stessa strada in prossimità dell’abitato di Auro qualche anno fa. Il geologo da noi interpellato ha individuato l’area sulla quale realizzare una traccia alternativa e il signor Pasini, il proprietario del terreno, quando gli abbiamo spiegato la soluzione che avevamo in mente ha dato il suo consenso sulla fiducia».
 
Tutto è bene quel che finisce bene.