Corruzione o illecito arricchimento?
di Aldo Vaglia

Nessuno nega che far politica abbia dei costi, se però la si fa per arricchirsi, questi lievitano.


I nostri politici sono pagati troppo, ma non contenti di quanto prendono fanno la cresta sui rimborsi.
Si grida al tradimento si accusa di denigrare, ben che vada si è dei grilli parlanti se all’interno delle proprie organizzazioni si accenna a questioni che non sono nemmeno morali, ma di semplice opportunità.
È vero che non è un peccato comperarsi scarpe che costano lo stipendio di un operaio o barche che solo i nababbi si possono permettere, ma ostentare e non capire che certi atteggiamenti corrompono è indice di poca preveggenza.
Dalle barche alle banche il discorso prende un’altra piega, nonostante il ritorno della Clementina Forleo alla procura di Milano dopo l’ingiusto esilio, siamo certi che della scalata alla BNL non né sentiremo più parlare.

Nemmeno il confondere missioni con vacanze dei nostri “vanesi” sempre abbronzati, auto di lusso, case comprate a propria insaputa, lingotti d’oro e diamanti, titoli di studio fasulli regalati a famigliari e amici può, di per se, essere considerato corruzione.
Può essere scambiato per benevolenza.
Giudicare la corruzione è molto difficile serve il corrotto che denuncia il corruttore, ma finché non c’è interesse a farlo tutto rimane nel buio.
È molto più facile provare “l’illecito arricchimento”. Applicare la legge che colpisce i patrimoni dei mafiosi per tutti i cittadini che non riescono a dimostrare da che parte vengono i soldi, darebbe un contributo alla lotta agli abusi.

Poco valore ha il richiamo alla costituzione se i partiti si sono trasformati da difensori della democrazia a comitati d’affari.
Quando tutto è giocato sul denaro, nulla impedisce ai più ricchi di comprarsi magistrati, donnine, deputati, avvocati e il paese intero.
L’antipolitica non è la chiusura dei rubinetti e la denuncia di collusione con affaristi di ogni genere, è il non capire che in questo modo non solo l’economia non può funzionare, ma che è in serio pericolo lo stesso sistema democratico.

Il teorema di Craxi "tutti corrotti nessun colpevole" non sta in piedi, ma nemmeno il dire che la  maggioranza è onesta giustifica le ruberie.
Se è onesta e cieca si faccia accompagnare da chi ci vede.
Ciò che manca è l’autorità morale per denunciare.
La politica di austerità e di svolta democratica poteva essere proposta solo da chi della diversità aveva fatto stile di vita.
 
Non che tentativi per screditare Berlinguer non fossero stati messi in atto, ma si rivelarono boomerang per chi li aveva prodotti.
L’isola Piana era nella effettiva disponibilità da generazioni della famiglia Berlinguer, ma il capo dei comunisti non se ne servì come un “paria” dei nostri giorni per farci una Stettino2, la lasciò alle pecore.
Il disinteresse per il denaro, l’aristocrazia di pensiero lo fecero amare dai suoi e rispettare dagli altri.
Chi ne ha raccolto il testimone ha usato a sproposito alcune sue intuizioni quali il “compromesso storico” che più che un compromesso tra ideali è diventata complicità di casta.