Quale futuro per il Mella?
di Andrea Alesci

Dopo l'ultimo episodio verificatosi il 24 marzo scorso con un uno sversamento che ha provocato una moria di migliaia di pesci, per il fiume triumplino servono interventi strutturali che tutelino la sua salute e quella degli abitanti della Valtrompia

 
Che fine ha fatto il protocollo d’intesa sul fiume Mella stipulato nel 2009 a Gardone Val Trompia alla presenza dell’Autorità di bacino del fiume Po, della Regione Lombardia, della Comunità montana e di alcuni amministratori locali? Dove s’è arenato quel patto che avrebbe dovuto trovare soluzioni contingenti ed efficienti per la salute del fiume che percorre la Valtrompia?
 
Un “Contratto di fiume” sfociato anche in un sito web (www.fiumemella.org) dove gli aggiornamenti si fermano al giugno 2011. Nel frattempo il fiume triumplino è stabilmente in gravi condizioni di salute: ultimo in ordine di tempo lo sversamento di un prodotto industriale lo scorso 24 marzo, responsabile della moria di migliaia di pesci fino al territorio di Castrezzato.
 
Immediata era giunta un’interrogazione sull’inquinamento che affligge il Mella da parte del consigliere regionale della Lega Alessandro Marelli, proprio per sollecitare le autorità a scovare il colpevole e per adoperarsi a trovare soluzioni per il corso d’acqua triumplino.
 
Il colpevole del gesto sconsiderato è poi emersa, come sottolineato da Alessandra Ferrari, responsabile unità organizzativa controlli dell'Arpa: “L’inquinamento ecologico del Mella è stato dovuto a uno sversamento di cianuro da parte di una delle cinque aziende galvaniche di Villa Carcina, all'altezza del ponte Cailina. Ora spetterà alla magistratura indagare a fondo”.
 
Un episodio che acuisce la situazione del fiume e della Valle intera, la quale dispone soltanto di due depuratori a Pezzaze e Irma e di un collettore a Concesio, però, mai collegato al depuratore di Verziano.
 
Un Mella che insieme a Lambro, Olona e Seveso è tra i fiumi più inquinati di Lombardia e d’Italia, tenuto sotto controllo anche dall’Unione europea sinché non raggiungerà lo status di “buono”.
 
L’Arpa può continuare a controllare e adoperarsi per segnalare le malefatte, ma quel che serve è un repentino intervento strutturale perché i tempi in cui si andava a fare il bagno nel Mella sembrino un po' meno lontani. 

Nelle foto, dall'alto in basso: due tratti di fiume in territorio di Villa Carcina, uno scorcio del Mella a Ponte Zanano.