Serve chiarezza sul tema caccia
di Erregi

Ancora ostacoli e problemi al mondo venatorio, specie per quanto riguarda le deroghe: c’è bisogno di un sistema più moderno e di politiche concrete. Questo quanto emerge dall'assemblea Crca tenutasi sabato 24 marzo al liceo "Leonardo"

 
Contraddizioni e poca chiarezza, questo il vero problema delle norme, sia a livello nazionale che comunitario, che regolano l’attività venatoria, ma i cacciatori non ci stanno. Diffusa, infatti, la stanchezza per un sistema che non funziona e che necessita di cambiamenti e svecchiamenti.
 
Con un’assemblea guidata da Civiltà Rurale, Caccia e Ambiente e tenutasi al liceo cittadino “Leonardo” è nata l’occasione per un primo, generale aggiornamento dei sistemi, da portare avanti seguendo norme e linee guida chiare e valevoli per tutti.
 
A proposito di modernità, i cacciatori non sono certo nel torto: infatti, le direttive comunitarie che regolano la conservazione degli uccelli selvatici del territorio risale al ’79, e, nel frattempo, sono passati la bellezza di 33 anni, senza alcuna modifica sostanziale.
 
In particolare, poi, questa normativa non si esprime chiaramente per quanto riguarda il prelievo in deroga, dichiarando lecito prelevare “una piccola quantità” di uccelli: ma come stabilire un numero massimo?
 
La proposta è quindi quella di riscrivere quel particolare passo della norma, come è stato richiesto anche dall’Europa, parlando chiaro e includendo i particolari e le delucidazioni ad oggi mancanti.
 
Altro nodo che sta venendo al pettine, poi, è la contraddizione tra la direttiva del ’79 e la Convenzione di Berna: la prima esclude peppola e fringuello dalla lista delle specie cacciabili, la seconda, invece, le include.
 
Si può concordare o meno sulla legittimità di cacciare, ma certo non si può dare torto a quei cacciatori che chiedono maggior trasparenza e linee guida certe. Come si può praticare quest’attività secondo la legge se la legge per prima si contraddice?