Le poesie del Canossi nella musica di Charlie
di Andrea Alesci

Stasera, domani e dmoenica 1 aprile alle ore 21 nella chiesetta di San Giorgio a Brescia uno spettacolo unico nel suo genere a 150 anni dalla nascita del poeta bovegnese

 
Onore al maestro Angelo Canossi e a quelle sue poesie che hanno saputo piegare la ferrea volontà di un grezzo dialetto come quello bresciano alle più diverse sfumature.
 
Una plastica penna quella del poeta che il 23 marzo 1862 nacque in quel di Bovegno, capace di raccontare prosaici fatti quotidiani, sogni immaginati, storie lontane e leggende di tempi andati, tutte raccolte nella sua “Melodia e congedo”.
 
Ora tornano a rivivere quei racconti con la stampella della musica di due artisti bresciani: Charlie Cinelli e Roberto Soggetti. Tre serate nella chiesetta di San Giorgio a partire da stasera fino a domenica 1 aprile, sempre alle ore 21.
 
Così, a quattro mani hanno ideato e sono pronti a mettere in scena il concerto teatrale “Angel 1862” dedicato al grande poeta dialettale nel 150° anniversario dalla sua nascita.
 
Poesie recitate e cantate inframmezzate da soliloqui strumentali grazie alla collaborazione di un ottetto di tutto riguardo: Vincenzo Albini (violino), Claudio Minelli (viola), Michele Tagliaferri (violoncello), Alan Cretti (contrabbasso), Marzia Tonoli (corno), Gabriele Rubino (clarinetto), Stefania Maratti (flauto), Paolo Soggetti (percussioni).
 
Una musica eseguita su arrangiamenti del maestro Roberto Soggetti e con le parole di un profondo conoscitore del dialetto come Charlie Cinelli, che nell’eseguire “La serenada” duetterà con la cantante bresciana Ivana Gatti.
 
“Angelo Maria Canossi – dice al’assessore provinciale alla Cultura Silvia Razzi – è stato cantore della brescianità e promotore di un processo di valorizzazione del dialetto, trasformato, attraverso la sua letteratura poetica, in lingua: una figura centrale nella storia della cultura bresciana. Egli fu protagonista politico di un’opera di recupero e rilancio di una realtà territoriale, considerata ingiustamente marginale, attraverso opere editoriali dedicate alla nostra provincia, ai nostri pittori, al nostro tessuto sociale".
 
"Si trovò a controbattere, nel passaggio del tempo, alle caustiche considerazioni espresse da Carducci sulla ‘lingua lumacosa’ dei ‘lombardotti’, sentenza all’apparenza inappellabile che il toscano emise al cospetto degli allievi del Bagatta, a Desenzano, impegnati nello svolgimento del tema di italiano. Il poeta bresciano dimostrò invece che, per quanto italico, il nostro dialetto offre elementi linguistici di grande rilievo, caratterizzati dall’intensa icasticità, dalla violenza espressiva, ma pure da un inusitato ventaglio di parole materne, dolcemente femminili, in grado di  configurare l’idillio, il dolore dell’anima, il sentimento”.
 
Dunque, una rilettura filologica e interpretativa del poeta, che Charlie Cinelli e Roberto Soggetti portano avanti dopo aver già ripreso in periodo natalizio una poesia del Canossi nell’album realizzato a Sarezzo “Sarès Nedàl”. Un percorso che nelle tre serate in San Giorgio riporta temi e versi del poeta bovegnese nell’oggi in un costante rapporto tra modernità e storico recupero di sonorità perdute.
 
“Quel che esce dall’unicum di questo concerto teatrale – aggiunge l’assessore Razzi – è l’anima di un popolo orgoglioso e forte, il popolo delle Dieci Giornate e del duro lavoro quotidiano che ha portato alla prosperità novecentesca. Un popolo che sa  affrontare le difficoltà e commuoversi, nonostante l’apparenza ferrigna dalla quale è avvolto, trasformando l’osservazione compartecipe in un tratto di amore solidale, che rimane sempre sottotraccia, mai esibito, eppure pulsante e presente come la corrusca lingua dialettale della sua gente”.
 
Un’ouverture e un concerto finale ideati da Roberto Soggetti faranno da cornice alle poesie cantate, recitate e reinterpretate: “El rispèt de le upiniù”  dal componimento “Rassega”, poi “Cantà come dio völ”, la canzone in stile novecento de “La röda”, quindi “L’esordio de le dés zornade” e l’allegra “Chèl che g’ha mìga frèssa”.
 
Poi “Organista de montagna”, un richiamo a “Som amò chèi” e il recitato “Cà dè le bàchere” seguito da “Non possumus”, “El slargamènt del dazze”, "Al siòr chèco”, “Turna al tò paesèl” prima di chiudere con “Canossi”, omaggio al maestro Leonardo Urbinati.
 
Una tre giorni di musica e poesia con inizio degli spettacoli alle ore 21 alla chiesa di San Giorgio (piazzetta San Giorgio) a Brescia. Per informazioni telefonare allo 030.3749913. Ingresso gratuito. 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: un'illustrazione del poeta Angelo Maria Canossi, la chiesa di San Giorgio a Brescia, una raffigurazione dell'evento tratta dals ito web di Charlie CInelli, il jazzista Roberto Soggetti.