Il lavoro di squadra
Se al lavoro si lavora bene in team la fatica si attenua e l’impegno collettivo diventa fonte di armonia e creatività senza mortificare le doti di ciascuno

 
Una premessa fondamentale della vita sociale è che molte teste funzionano meglio di una sola, ma non sempre riusciamo a persuadercene.
Spesso ci esaltiamo all’idea di una competizione e sottovalutiamo il valore della cooperazione perché siamo gelosi del nostro sapere, del nostro valore, del buon risultato di un’azione, risultato che non vogliamo dividere con altri.
Vogliamo emergere individualmente.
Eppure, nel lavoro aziendale, conta l’obiettivo da raggiungere più della bravura del singolo.
Ogni dirigente ha bisogno di una buona squadra per produrre risultati.
Ogni lavoratore ha bisogno di allearsi con i  suoi colleghi per migliorare in efficienza e creatività e sentirsi soddisfatto.
 
Fare squadra, in qualsiasi attività e situazione, significa entrare a far parte di un gruppo coeso e, nei gruppi, le persone interagiscono e si influenzano reciprocamente. Succede anche nella via di tutti i giorni.
Perché un gruppo affiatato crea consensi e trova appoggi anche al di fuori del proprio nucleo?
Perché i suoi partecipanti sono convinti di dare il meglio di sé e perché desiderano essere accettati e approvati gli uni dagli altri, ovvero dal loro stesso gruppo. Ciò li fa sentire degni di stima e li stimola ad agire sempre al meglio.
 
Ovviamente non sempre si concorda su tutto.
In questi casi ci si rivolge a una persona di riferimento: il leader che ha creato la squadra o un compagno scelto dallo stesso gruppo e che darà i suggerimenti adeguati a risolvere la controversia.
 
Il lavoro di squadra incoraggia la cooperazione al servizio degli obiettivi che ci si è prefissati, anziché la competizione fra gli individui.
Qualunque sia la nostra identità, che si sia capi o esecutori, allenatori o giocatori, docenti o allievi, se sapremo “fare squadra” ci trasformeremo non solo in un gruppo vincente, ma in persone più motivate, meno ansiose, più coraggiose nell’esprimere i nostri pensieri, più umili nell’accogliere opinioni contrastanti con le nostre.
 
Quante cose si imparano nel saper fare squadra! Si impara il valore del “gruppo”, della responsabilità e dell’etica. Si impara a sostenere le proprie tesi e, anche, ad accettare che vengano messe in discussione, senza conflitti. Si impara a non gloriarsi per un successo personale, ma a dividerlo con il gruppo con l’atteggiamento di portare sempre e costantemente la propria esperienza con il sentimento di chi vuole accrescere la forza lavoro dell’intera squadra.
 
Il lavoro di squadra nasce quando ci si concentra sul “noi” anziché sull’ “io”.
Quando invece si esegue senza pensare, senza chiederci il perché di un’azione, senza porci il problema di come fare al meglio qualsiasi cosa, anche la più umile, ansia e insoddisfazione sono la conseguenza.
Chi compone una squadra non permette ad altri di pensare per lui, ma contribuisce con i suoi valori, uniti a quelli dei compagni, al successo dell’iniziativa. Aggiunge valore al lavoro di tutti.
Così il lavoro diventa fonte di motivazione, creatività e soddisfazione, anche di felicità. Si diventa più sicuri di sé, più tolleranti verso le diversità, più forti e più produttivi, non solo nel lavoro, ma in ogni altro aspetto della vita.
 
Fonte: www.riza.it