Protesta contro la censura al «Castelli» di Brescia
di Erregi

Una scuola che ospita anche molti studenti triumplini, palcoscenico di una protesta scaturita contro la censura di un articolo del giornalino scolastico sul tema dell’omosessualità

 
È rimasta in bianco la dodicesima pagina del “Castello” giornalino d’istituto dell’Itis “Castelli” di Brescia, scuola alla quale numerosi ragazzi della Valtrompia sono iscritti e nella quale hanno assistito ad un significativo caso di censura.
 
In occasione della festa degli innamorati, infatti, il 18enne Alessandro Pasini, si è visto “tagliare” un articolo che  elencava una serie di iniziative per San Valentino, organizzate da associazioni e gruppi come la LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender) e rendeva nota l’iniziativa “Evertithing is Love”, oltre che la realizzazione del video “Ti sposerò” da parte di Arcigay.
 
Nulla di scandaloso, insomma, tanto più perché l’articolo si limitava a dare voce alle iniziative, senza giudizi di parte: una semplice informazione. Ma a causare l’ira della censura, più che il contenuto del pezzo, sembra essere stata la fotografia che lo corredava: uno fotogramma preso dal video di Arcigay che ritrae un bacio tra due uomini.
 
Ma una volta sottoposta la bozza al preside, né la fotografia né l’articolo hanno ricevuto il benestare per la pubblicazione. La motivazione iniziale, peraltro abbastanza debole, riguardava il fatto che il tema non collimasse con eventi interni all’istituto, ma “Il Castello” non ha mai trattato solo fatti accaduti al “Castelli”, anzi.
 
Seconda “scusa” avanzata dal vicepreside e docente di religione, Giovanni Favalli, riguardava invece il danno d’immagine che l’articolo avrebbe recato ad un istituto prevalentemente maschile, ma Alessandro Pasini non placa la propria indignazione e, la pagina che avrebbe dovuto ospitare il pezzo in questione è rimasta, in segno di protesta, completamente vuota e bianca, eccezion fatta per il link che conduce all’articolo in questione.
 
È sembrato a molti che questo gesto di censura deliberata nascondesse idee di arretratezza e pregiudizio nei confronti degli omosessuali e, considerando che il compito di una scuola è anche l’educazione al rispetto dell’altro, pur senza condividerne i pensieri o le preferenze sessuali, pare che, questa volta, non sia stato raggiunto.
 
Se non si fosse sollevato tutto questo polverone di censura, forse l’articolo sarebbe addirittura passato inosservato, ma invece è scattata la censura e vietare alla gente di fare qualcosa è il modo più sicuro esistente al mondo per far venire voglia di fare proprio quella determinata cosa.