La provocazione dei cacciatori di Gardone
di Erregi

Meglio pensare all’uomo, in una tale situazione di crisi: togliere i fondi pubblici alle associazioni ambientaliste per darli ai cittadini, questa la provocazione dei cacciatori gardonesi

 
Questo il principio alla base della provocazione: la priorità va data all’essere umano, non all’animale e, in un periodo di privazioni per i servizi al cittadino, la proposta dei cacciatori di Gardone è di destinare ad anziani, giovani coppie, minori e diversamente abili, i fondi pubblici che, invece, finiscono nelle casse delle associazioni di ambientalisti ed animalisti.
 
È Tiziano Cominassi a lanciare la sfida, in veste di presidente della sezione gardonese dell’Associazione cacciatori Lombardia: considerando l’importanza, in Valtrompia, della caccia, sia per una questione di tradizione che considerando il mercato delle armi, Cominassi chiede di sapere quanti soldi pubblici  vengano invece stanziati per le associazioni animaliste. 
 
Realtà, qureste che, seppur benefiche, presentano, in certi casi, bilanci da capogiro, paragonabili a quelli di società ben avviate, mentre la crisi si fa sempre più nera per i cittadini, cacciatori o meno. Ma non si fermano qui le critiche di Cominassi.
 
A coloro che additano il cacciatore come un assassino che, per diletto o forse per sadismo, pratica l’attività venatoria senza porsi alcun tipo di scrupolo, risponde che il cacciatore è il vero difensore dell’ambiente, una sentinella che protegge le montagne che frequenta.  
 
La caccia, in Valtrompia, ha ben poco a che vedere con il bracconaggio  o con lo sport ed assai più, invece, con la passione: è una pratica secolare tramandata di padre in figlio, così come la tradizione culinaria dello spiedo che, come dichiara Cominassi “Non è lo stesso senza gli uccellini!”