Sbrigarci con i matrimoni!
di Itu

Pare che a breve i matrimoni possano concludersi nel giro di un anno, sono più lunghi i tempi di fidanzamento.

 
Mio marito si è preso una sgridata da un prete un paio di anni fa che a proposito del perdono a chi ha ribadito nella promessa matrimoniale e vuole frequentare i sacramenti si è esposto intelligentemente a dire “Io perdonerei e anzi promuoverei chi insiste a sposarsi più di una volta, si è già punito per conto suo”.
Leggo che le procedure per la separazione e divorzio potrebbero a breve essere sbrigate nel giro di un anno, certificazioni veloci per rendere lieve il mercato matrimoniale, di chi lascia e recupera (in soldi) quello che in ingenuità si spende per amore.
Ma davvero il matrimonio ha a che fare con l’amore?
Certo è un ingrediente magico ma per coltivarlo ci vuole una vita fatta di figli, di puzza di fritto e di bagno condiviso nella fretta del mattino con le facce disfatte dalla stanchezza, di tragedie più o meno grandi che vanno dalla macchina che non parte per la batteria scarica alle cronicità di malattie cui si sopravvive per miglioramento di cure, di litigi di famiglie vecchie e nuove.
 
Insomma, il matrimonio è vitale e mortale come tutto del resto, l’incanto della intimità che si intinge di ripetitività imparate, tenerezze che diventano lame nel gioco quotidiano del sapere cosa condividere e cosa mantenere lontano, e poi quando ci si separa forse è il punto più alto d’amore, quell’energia violenta da cui scaturisce l’odio e tutta la rabbia dolorosa che serve a stare lontani.
 
Ancora una prova che sanguinerà sempre, specialmente se con i figli di un prima e di un dopo si tratta di ricomporre una famiglia.
L’intelligenza di quel prete è andata oltre le direttive del suo mandato, come l’amore che va oltre il matrimonio, un di più che rende le leggi troppo sbagliate rispetto alla vita.