Fine tratto per la matita di Moebius
di Andrea Alesci

L'artista Jean Giraud è morto sabato all'età di 73 anni, illustratore da sempre e dal 1963 noto a tutti come Moebius. Collaborò anche a film come "Blade Runner", "Tron", "Abyss", "Alien", Il quinto elemento"

 
Jean Giraud era il suo nome di battesimo. Moebius per tutti. Se n’è andato all’età di 73 anni dopo una lunga malattia il fumettista che ha aiutato negli sviluppi degli storyboard molte produzioni cinematografiche di fantascienza.
 
Nato nel 1938 a Nogent sur Marne, paese nei pressi di Parigi, Giraud si era dedicato all’inizio della sua lunga carriera a storie di genere western, adottando poi lo pseudonimo che lo fece conoscere al mondo (Moebius) soltanto nel 1963 con le ambientazioni crude e polverose del suo eroe più conosciuto, Blueberry.
 
Un vero e proprio marchio di fabbrica che certificò ogni suo lavoro in quel genere fantasy che ne caratterizzò tutta la produzione di lì in avanti, arrivando a intessere negli anni Settanta un sodalizio che si sarebbe rivelato duraturo e prolifico con il regista cileno Alejandro Jodorowsky.
 
Con lui nacque l’idea di portare sul grande schermo “Dune”, primo romanzo della saga fantascientifica scritta da Frank Herbert: un film al quale i due lavorarono intensamente, senza riuscire però a realizzarlo, sinché nel 1984 giunse la versione diretta da un altro visionario, l’americano David Lynch.
 
Il suo tratto di matita disegnò molte storie a fumetti che ispirarono poi il cinema, come accadde con “The Long Tomorrow”, le cui atmosfere ispirarono (unitamente all’opera mastro di Philip K. Dick) la realizzazione del cult movie “Blade Runner” diretto da Ridley Scott (1982).
 
Un’architettura cyberpunk che ha influenzato tutto il successivo immaginario su metropoli di un incerto futuro ridisegnate a partire da forme antiche, sviluppate su più livelli, con edifici che svettano altissimi nel cielo e piccoli microcosmi etnici a costituirne i lugubri bassifondi.
 
Un autore visionario che collaborò anche alla realizzazione di “Alien” di Oliver Stone (1979), all’epocale “Tron” di Steven Lisberger (1982), “Il quinto elemento” di Luc Besson (1987) sino ad “Abyss” di James Cameron (1989).
 
Nel 2010 la Fondazione Cartier di Parigi gli dedicò anche una retrospettiva sul tema della metamorfosi. Quell’anima di cambiamento che sta dietro ogni pellicola di fantascienza. 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: Jean Giraud "Moebius", l'eroe Blueberry che l'ha reso famoso, due altri suoi lavori.