Degli Innocenti, una dinastia di giostrai
di Andrea Alesci

L'intervista a Raul Degli Innocenti, che da sempre gestisce insieme al fratello Charlie gli autoscontri, storica giostra che già il nonno Guglielmo faceva funzionare a fine Ottocento



 
Dietro le luci roboanti delle attrazioni viaggianti ci sono uomini come gli altri, con i problemi di tutti e una famiglia di cui curarsi. Raul Degli Innocenti è un giovane discendente della prestigiosa famiglia di giostrai emiliani. Così, il suo racconto diventa un po’ il racconto di un piccolo paese e della sua storia.
 
“Siamo originari della provincia di Modena, ma ci sentiamo un po’ bresciani: io sono nato qui quarant’anni fa e mio fratello Charlie (classe 1971) a Gardone Val Trompia, proprio durante la fiera di S. Faustino. Mio nonno Guglielmo mi diceva che già nell’Ottocento avevamo sul sagrato della chiesa una giostra di cavalli in legno, mossa da un cavallo vero.
 
Nel 1927 ci spostammo davanti al municipio e nel secondo dopoguerra passammo agli autoscontri (sempre in legno). Fino agli anni Ottanta restavamo un mese, adesso due settimane: di più rispetto ai cinque giorni di fiera, come concessione per lo spostamento vicino al teatro in seguito alla copertura del fiume Mella, cui contribuì anche mio nonno.
 
Adesso ci siamo io e mio fratello Charlie e la fiera di Sarezzo è la prima di un giro quasi centenario che si chiude ad Asola in novembre. Si gira si gira, però alla fine ci fermiamo: nel lodigiano ho una giostrina fissa e una casa dove m’aspettano moglie e due figli.
 
A loro la libera scelta se continuare o meno il mestiere, anche perché adesso comincio anch’io a faticare nell’affrontare problemi nuovi. La nostra è una giostra grande e anche se il guadagno c’è, molto va nelle spese: tasse, permessi, adeguamenti normativi, corrente, manutenzione. Il lavoro che un tempo era faticoso ora è snervante.
 
La prima giostra della nostra famiglia venne costruita nel 1778 dalle abili mani di artigiani tedeschi, e dopo un peregrinare per fiere e Luna Park, si trova ora a Roma. E come la giostra presente a Sarezzo nel XIX secolo, i cavalli erano di grandi dimensioni, perché anche gli adulti potessero salirci e tornare per un poco bambini.
 
Se guardo al futuro del nostro mestiere posso farlo con un po’ di malinconia, perché le complicazioni sono tante: forse rimarranno solo i Luna Park fissi e le fiere maggiori.
 
Però, ricordo le parole di mio nonno: ‘Quando si veniva qui a Sarezzo la gente non aveva nemmeno le scarpe’. Non si aveva niente, ma la fiera era un periodo di festa per tutti. Forse il giostraio girovago non ci sarà quasi più fra cento o duecento anni, ma la fiera di S. Faustino difficilmente scomparirà".
 
 
Nella foto, dall'alto in basso: da sinistra Raul, papà Ermes e Charlie Degli Innocenti; gli autoscontri alla fiera di San Faustino; la giostra di cavalli antichi presente nel lodigiano e sempre pronta a girare anche in affitto.