La bufera di Bovegno
di Erregi

Aspre le critiche mosse a Tullio Aramini, primo cittadino di Bovegno, dalla Lega Nord, che tramite volantini aveva criticato i rimborsi comunali versati all’azienda dove il sindaco lavora, per i permessi lavorativi che utilizza quando espleta il suo compito istituzionale

 
Volantini distribuiti alle famiglie di Bovegno e un gazebo eretto nei giorni scorsi per far conoscere la vicenda a tutta la cittadinanza: alcuni membri della Lega Nord, rappresentati da Fabio Rolfi, segretario provinciale, hanno espresso le proprie lamentele in merito ai rimborsi che il Comune eroga nei confronti della ditta per cui lavora il sindaco, per i permessi che il sindaco prende dalla propria attività lavorativa quando ha impegni istituzionali.
 
La critica nasce anche perché, come dichiara il Carroccio, il sindaco ha sempre predicato la chiarezza, l trasparenza e della riduzione degli sprechi gestionali. Convinti che l’indennità di carica sia più che sufficiente, i leghisti sono perplessi di fronte a questo atteggiamento: pensando alla crisi economica, si sarebbero aspettati una maggior correttezza da parte del primo cittadino che, a loro dire, ha trovato un modo per sottrarsi al dimezzamento dell’indennità.
 
Ma la faccenda non è così semplice: innanzitutto l’operato di Aramini non va contro nessuna legge e, inoltre, come ha spiegato lui stesso,  i rimborsi alla sua ditta sono dovuti a impegni istituzionali ai quali non poteva sottrarsi e, in ogni caso, i soldi non arrivano a lui, bensì al suo datore di lavoro e, in definitiva, non è certo il sindaco a sottrarre risorse alle famiglie.
 
Dopo che il volantino aveva accusato l’amministrazione di sinistra di aver elargito “rimborsi record” già nei primi mesi di attività e senza pensare alle famiglie in situazione di crisi, il sindaco ha dichiarato che per quanto gli riesce, passa il proprio tempo libero in Comune, ma quando un impegno è inderogabile, si vede costretto a chiedere permessi e la sua ditta ha il diritto di fare domanda per un rimborso.
 
Ma non è tanto la legittimità della cosa a far scaldare la Lega, quanto il momento attuale: con la crisi che colpisce il territorio, secondo i rappresentanti del Carroccio, quei rimborsi vanno annullati. Quel che è certo è che la critica era mal posta e forse, con un semplice dialogo, senza tanti volantini e tanto polverone alzato, la vicenda si sarebbe risolta senza “beghe” politiche.