La Lega perde il pelo ma non il vizio
di Rusě

Dopo aver combinato disastri al governo si è chiamata fuori, rompendo con l’alleato Silvio e cercando la verginitĂ  perduta.


Il capo ha ripreso il bastone del comando, ma avendo perso smalto i suoi fendenti non fanno piĂą presa sul popolo.
Al raduno a Milano, oltre ad aver zittito il povero Maroni, ultima ancora di salvezza, ha tirato bordate contro Silvio che appoggia il governo Monti (per questo non avrebbe i cosidetti), minacciando di far cadere la Giunta Regionale guidata da Formigoni.
La minaccia non deriva dal fatto che c’è un numero di inquisiti e arrestati per corruzione e quindi occorre una svolta per bonificare l’ambiente, no! Semplicemente si ricatta l’alleato per tornare nella stanza dei bottoni.
Ma dopo la Lombardia, c’è il Veneto, il Piemonte, a guida leghista e allora le minacce diventano acqua fresca.
 
Ma il casino continua.
Il sindaco di Verona non sta alle regole e vuol fare di testa sua, la sua lista, con l’appoggio di Maroni.
Il segretario regionale non ci sta, gli alleati non ci stanno chissĂ  come finirĂ !
Leggo sui giornali locali che il presidente leghista della Provincia non darà contributi ai sindaci che tolgono i cartelli con le scritte in dialetto, questo atto sarebbe un’offesa alla nostra cultura.
 
A parte che quei nomi sono difficili da pronunciare e spesso da collegare coi nomi in italiano, vale per i poveri camionisti stranieri ma anche per molti padani, che come tanti italiani non sanno leggere il dialetto: ma si può cercare sulle carte stradali “Guiù, Cavrì, Vaj, Nae etc”, siamo seri non è così che si difende la cultura e la tradizione!
Il ragionamento andrebbe invece rovesciato, quanto ha fatto spendere la Lega ai Comuni (soldi dei cittadini che pagano le tasse) per tutte queste cag……?
 
Però l’acuto è arrivato giovedì, in Parlamento, al voto segreto sulla proposta leghista di prevedere la responsabilità civile diretta dei giudici in caso di errore, ha ritrovato l’unità col vecchio alleato Berlusconi e con un blitz hanno cambiato il testo presentato dal Governo.
Quando gli interessi coincidono, l’unità non si discute, e Bossi e Berlusconi ne hanno di ragioni per stare insieme.
Questo al lĂ  dei proclami bossiani per imbonire la base.
 
Se un giudice deve pagare personalmente gli errori, quanti processi o indagini delicate pensate che si faranno?
In realtà questo è un atto intimidatorio nei confronti dei servitori dello Stato che amministrano la giustizia.
Certo che un giudice può pagare per gli errori, ma solo se lo Stato, che risponde in primis del lavoro dei suoi collaboratori (quindi anche degli errori), lo decide sulla base di elementi certi.
Del resto questa procedura è in essere in tutti i Paesi europei.
Per la giustizia serve la riforma, non la vendetta.
 
L’ultima chicca delle bugie leghiste è la notizia apparsa sulla stampa di ieri: su 23 Parlamentari che faranno causa per i ritocchi davvero minimi ai loro vitalizi, ben 15 sono leghisti tra cui spicca il Presidente della Provincia Molgora, che è contemporaneamente anche deputato.
La riduzione dei costi della politica è una delle priorità per trovare risorse disponibili per rilanciare l’economia e tutelare lo stato sociale.
La Lega si è riempita la bocca di “Roma Ladrona e di difesa del Nord”, ma alla prima occasione il vizietto di difendere i privilegi torna fuori.
 
Avete predicato contro la politica nazionale e voi?
C'è di che riflettere: non siete secondi a nessuno.
 
rusì

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