Intelligenza democratica o democrazia cretina?
di Aldo Vaglia

Analizzando bene la situazione politica attuale sembra necessario più che mai comprendere cosa viene espresso oltre alle parole utilizzate.


Gli unici che si oppongono a questo governo sono la Lega e l’IDV.
Ci sono ragioni di fondo o è solo per cavalcare il malcontento di una crisi che non hanno fatto nulla per evitare?

Ma davvero se PDL o PD staccassero la spina Bossi e Di Pietro ci manderebbero a votare? Ci lascerebbero in balia degli eventi, senza alcuna ricetta e possibilità di risolvere la crisi solo per eleggere qualche deputato in più o i loro figli?

Nessuno dei due partiti ha una politica economica che si discosti un granché da quella del governo Monti, se non per una visione più rozza, provinciale, autarchica, antieuropea; l’alleanza dell’uno finirebbe poi nelle braccia del monopolista illiberale, quella dell’altro in quelle dei nipotini degli operaisti statalisti.

Se la loro azione non consistesse nella scalata al potere per conquistare sedie per sé, amici e parenti, ma fosse finalizzata al raggiungimento degli obbiettivi che professano: l’uno il federalismo, l’altro la giustizia, non potrebbero che plaudire un governo di tecnici, liberale, competente, onesto e borghese.

La difesa della politica e dei partiti non potrà per lungo tempo trincerarsi dietro l’alibi della Costituzione. Le leggi non sono eterne, se per prassi ci si accorge che non funzionano si dovranno cambiare.
I partiti baluardo della democrazia, forgiatori di classi dirigenti oneste e capaci, artefici di una dialettica che esprimeva una vasta diversità di idee, sono diventati comitati d’affari intercambiabili e non assolvono più la funzione per cui sono stati creati.
O la smettono con le loro pratiche autoreferenziali e ritornano ad essere utili, oppure, se saranno visti come la casta mangiasoldi, faranno la fine che si meritano.
Non spaventerà più neppure la minaccia del partito unico, perché nessuno sarà in grado di distinguersi.

La borghesia non mi appartiene, le contestazioni che rivolge la mia parte politica al governo sono le stesse che coinvolgono il sistema della “costante crescita” e superano i confini nazionali.
Ma se si accetta questa economia è importante operare perché funzioni al meglio.
Chi più di questo governo può garantire credibilità internazionale e competenza?
Si lasci il timone in mano a chi sa navigare, questo oltre a responsabilità è intelligenza democratica, il resto è democrazia cretina.