Da Fo a Benvegnù. Un Bergamo-Brescia ad alta qualità culturale.
di Davide Vedovelli

Dal nostro Davide Vedovelli le «impressioni dopo la trasferta», per due eventi che già ci aveva segnalato.

 
Non stiamo certo parlando di calcio, anche perché purtroppo si gioca in lettere alfabetiche diverse, ma di due eventi che ho seguito nel week end e a di cui avevamo parlato pochi giorni fa.
 
Partiamo da venerdì sera, alle ore 23.30 sul palco del Latte Piu Live, Paolo Benvegnù da corrente alla chitarra e parte un viaggio, che è un concerto, o un concerto che sembra un viaggio, fate voi, tra il Rock a volte malinconico e a tratti ironico che ha caratterizzato la carriera di questo grandissimo artista.
Due ore di concerto, grinta da vendere, nonostante l’influenza e la febbre, che coinvolgono il numeroso pubblico di fans ed affezionati giunti da tutta la provincia.
 
Canzoni vecchie e nuove tracciano una geografia musicale ben delineata, i testi fanno intuire la profondità, l’ironia, l’intelligenza e la fragilità di Benvegnù. Suggeriscono spunti emotivi, non raccontano storie, ma raccolgono il frutto di storie vissute. Risultato: dal palco al pubblico un filo diretto che solo pochi riescono a tessere.
 
Sabato sera migrazione bergamasca per un mito del teatro: il Premio Nobel Dario Fo. Al Creberg di Bergamo, gremito di gente, è andato in scena “Mistero Buffo” con Dario Fo e Franca Rame. Curiosità interessante è stato vedere che parte del pubblico è stata fatta sedere sul palco, lateralmente, vicino all’attore.
Alle ore 21 Fo sale sul palco tra gli applausi scroscianti del pubblico. Comincia a raccontare il suo Mistero Buffo.
Si capisce lo spessore del personaggio e in sala c’è una sorta di rispetto riverenziale, come quando in Vaticano appare il Papa. Quattro racconti, alternati con la moglie Franca Rame, che perdonate, ma non mi coinvolge per nulla e a tratti risulta quasi noiosa.
Basta poi una frase di Fo e riscatta tutto.
 
Sfodera un grande cavallo di battaglia: il racconto, o giullarata, su Bonifacio VIII.
Il pubblico, che la conosce, ride solo a sentire il titolo. Sa essere divertente, arguto e pungente come pochi, senza mai cadere nella retorica o nel volgare. Il pubblico ascolta, attento, come si ascolta un maestro o un saggio, che con dolcezza ed intelligenza ci fanno capire un po’ di più ciò che ci circonda.
 
Altri importanti appuntamenti riempiranno le fredde serate invernali, ma ne parleremo nei prossimi giorni.