Soccorritori bresciani per la Costa Concordia
di Erregi

Tra i moltissimi soccorritori, insieme alle squadre dei Vigili del Fuoco, agli uomini della Capitaneria di Porto ed alla Marina Militare, c’è anche il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico: una squadra di 18 subacquei coordinati dal bresciano Corrado Camerini

Un’esperienza di oltre 30 anni nel soccorso speleologico ha fatto sì che Corrado Camerini, nefrologo degli Spedali Civili di Brescia, fosse l’uomo adatto a coordinare le operazioni di ricerca e salvataggio ancora in corso a bordo della Costa Concordia, da giorni semiaffondata nei pressi dell’Isola del Giglio, in seguito ad un tragico incidente nautico, che, per ora, sembrerebbe dovuto all’incoscienza del Capitano Schettino. Ma più il tempo passa e meno sono concrete le speranze di trovare altri passeggeri vivi.

Non si danno, però, per vinti i soccorritori, nemmeno quelli coordinati da Camerini che non sono abituati ad operare in queste condizioni: sono decisamente al di fuori del loro habitat naturale, le grotte, ma sono avvezzi, tuttavia, a condurre operazioni di recupero nel buio. Alla squadra degli speleosub è affidato il compito di bonificare la parte del ponte della nave da cui sono state calate le scialuppe di salvataggio, dove, come la logica suggerisce, le persone a bordo devono essersi accalcate e dove, infatti, sono stati trovati numerosi corpi senza vita.

Ai sub il compito, in caso di ritrovamento di altri cadaveri, di riportarli i superficie, attraverso le aperture praticate dalla Marina; a rendere tutto tanto difficile e lento è la poca visibilità e i tanti ostacoli che si incontrano: mobili, detriti e vetrate frantumate si sono accumulati nei corridoi e nelle cabine, rendendo ancor più difficoltosi i movimenti sott’acqua. Proprio per la forzata lentezza delle operazioni, unita al pericolo che la nave si sposti ulteriormente, i sub hanno ricevuto il permesso di lavorare anche di notte, per incrementare le fragili speranze di recuperare ancora qualche sopravvissuto.

Nel frattempo, in concomitanza con il triste recupero dei corpi, qualche elemento della squadra si sta occupando si setacciare la costa e raccogliere i diversi documenti sparsi in zona, che potrebbero tornare utili per le identificazioni delle vittime.

E c’è un altro bresciano a cooperare con Camerini nelle operazioni sulla Costa Concordia: il gardonese Elio Carasi, un passato da gommista nel suo negozio di Gardone VT, appassionato di speleologia, che fa parte di una squadra di 20 tecnici a sostegno dell’attività degli speleo sub. Arrivano da tutta Italia volontari di diversi enti e realtà, per poter dare una mano e velocizzare l’intervento, anche in prospettiva del rischio di disastro ecologico, dovuto al carburante ancora presente in quasi totalità nei serbatoi della nave.

Fonte “Giornale di Brescia”