A Marcheno, per il futuro dei cacciatori
di Erregi

Tanta la preoccupazione tra gli amanti dell’attività venatoria che, all’incontro tenutosi a Marcheno “Caccia: a che punto siamo?”, hanno espresso dubbi ed incertezze

L’incontro organizzato dalla Lega Nord, e che ha visto molti rappresentanti, sia locali che regionali, riunitisi dopo che la Lombardia si è piegata alla volontà europee in fatto di caccia, non ha fatto altro che alimentare la già serpeggiante preoccupazione per il futuro di una tradizione fortemente sentita in Valtrompia.

A causa dell’adeguamento della Lombardia alle norme comunitarie in fatto di caccia in deroga e cattura di richiami vivi, ai cacciatori non resta che chiedersi come ci si dovrà comportare il prossimo anno e, soprattutto, se il prossimo anno, sarà ancora permesso loro di praticare l’attività venatoria.

Ha preso la parola il consigliere regionale Alessandro Marelli, presente anche al Consiglio Regionale, che ha parlato di come, ormai, il cacciatore sia sempre e solo paragonato ad un assassino che non ha rispetto per l’ambiente e le creature che lo abitano.

Aggiunge, però, con speranza, che in sede regionale si è espressa chiaramente la volontà di veder realizzata una legge a livello nazionale che regoli in modo serio e coerente l’attività venatoria, senza ostacolare l’Europa e dare ancor più spazio alle critiche ed ai pregiudizi.

Ma la caccia non è politica, e poca è la fiducia nelle promesse fatte a parole: vista la scarsa tutela che il Carroccio ha garantito, fino ad oggi, alla pratica venatoria, molte sono state le espressioni dubbiose e titubanti.

Nonostante la Lega Nord abbia sempre portato avanti, praticamente da sola, la causa dei cacciatori di tutta Italia, ben rappresentati dal gruppo della provincia di Brescia, che è il più numeroso con i suoi circa 30 mila appassionati, i risultati continuano ad andare nella direzione opposta alle loro richieste

Bisogna quindi, auspicare un’apertura al dialogo non solo con chi legifera in Italia, ma anche e soprattutto con l’Europa, portando avanti però, anche iniziative a livello locale, come la petizione firmate da migliaia di persone in difesa della tradizione della caccia, dopo l’ammutinamento dei colliensi contro i Noa.