Ancora attacchi dalla Lac
di Erregi

Dopo la confermata chiusura dei roccoli per la cattura di uccelli da richiamo, conquistata dalla Lega per l’Abolizione della Caccia, arrivano anche le accuse di abusivismo

Non c’è pace per cacciatori e capanni di caccia, la Lac sembra intenzionata a non fermarsi finché anche il più piccolo, nascosto e remoto capanno di caccia non verrà raso al suolo. Continuano infatti le campagne contro l’attività venatoria in tutto il bresciano.

E non solo continuano, ma cambiano faccia: vinta la battaglia della chiusura degli impianti di cattura, la Lac ha fatto presente alle autorità che molte delle costruzioni utilizzate nel territorio a scopi venatori, sono abusive o non rispettano le distanze minime o non sono in sicurezza o, addirittura, sono state trasformare in residenza.

Non si discute sull’obbligatorietà delle leggi che regolano le costruzioni e l’edilizia, ma sarebbe, forse più apprezzabile ed utile, fare un censimento di tutte le strutture che in Italia non rispettano tali leggi, invece che utilizzare la sicurezza come pretesto per abolire quella che, ricordiamolo, nel nostro Paese, continua ad essere una pratica legale e, quando fa comodo, perfino incoraggiata.

Da apprezzare gli sforzi e la determinazione della Lac, ma che non ci si nasconda dietro alla scusa di risanare l’abusivismo dilagante sulla nostra penisola, il quale, con la caccia, non ha assolutamente nulla a che vedere.

Nel frattempo il consiglio non può che essere questo: rispettare la legge e non dare spazio alla benché minima critica. Se tutti i cacciatori fossero civili e seguissero le normative vigenti, forse non si generalizzerebbe sempre e forse non tutti coloro che vanno a caccia sarebbero additati come bracconieri.