Il futuro dell’enduro
di Erregi

Diversi i moto club di zona riunitisi all’incontro dello scorso giovedì, per discutere dei molti limiti che la legge impone alla pratica del motociclismo fuoristrada

Riunione aperta a tutti gli appassionati di motociclismo ed enduro, quella tentasi lo scorso giovedì presso la sede del Moto Club Gardone VT, che ha invitato tutti i soci di club della zona con il motto (noto a tutti quelli del settore, grazie ad una rivista per appassionati) “Fuoristrada, non fuorilegge”.

Numerosa la partecipazione all’appuntamento, che ha visto riuniti soci del club gardonese, ma anche di Nave, Costavolpino, Lumezzane e Cortefranca, tutti accomunati dalla preoccupazione per le sempre maggiori restizioni poste ad una pratica che, spesso, è vittima di pregiudizi.

Preoccupazione tale da far aderire alla riunione anche il moto club Bultiere, i cui rappresentanti sono giunti da Bergamo, proprio spinti dal desiderio di sedersi e discutere, confrontare le idee e trovare un modo per far sentire la voce degli enduristi.

L’accusa maggiore che si muove a questa pratica, presuppone, spesso senza motivo, che il motociclismo fuoristrada danneggi l’ambiente: si pensa che le motociclette guastino i sentieri e degradino, in generale, tutta la montagna.

Ci si dimentica, invece, che in moltissimi casi sono proprio i motociclisti a riaprire e rivalutare i sentieri tradizionalmente utilizzati per spostarsi nella nostra Valle, sentieri che ormai sono in pochissimi a percorrere e ancora in meno a tenere in ordine.

L’endurista è, più spesso di quanto non si pensi, proprio colui che, gratuitamente e con gioia, si dedica alla manutenzione della montagna, per evitare che i sentieri che non solo permettono, ma rendono anche tanto piacevoli le gite domenicali, non vengano inghiottiti dal bosco e non spariscano, portando con sé anche pezzi importanti della tradizione triumplina e non solo.

La legge deve, giustamente, tuttelare le zone agro-silvo-pastorali, ma i piloti vorrebbero che, tale legge, venga messa in pratica con buonsenso, riconoscendo che l’enduro in sé non comporta assolutamente il degrado ambientale.

Certamente, come hanno convenuto in molti durante l’incontro, ci sono motociclisti che, per protesta o ignoranza, vanno deliberatamente contro alle norme, finendo, com’è ovvio, per alimentare i già ingiusti preconcetti che aleggiano intorno a questo sport.

A dare un’impronta più ufficiale all’appuntamento dello scorso giovedì, c’era un delegato della Federazione Motociclistica Italiana, Marco Marcellino che ricopre la carica di Coordinatore Nazionale per le normative sul fuoristrada, ruolo creato appositamente per portare chiarezza e mediazione nelle questioni che riguardano le normative, a volte poco chiare per gli appassionati.

Si è parlato della necessità di una vera e propria formazione del pilota, che deve praticare lo sport con la piena consapevolezza che la montagna è un bene da conservare e che, soprattutto, appartiene a tutti, e tutti devono poterne godere in sicurezza, dagli escursionisti alla fauna, che il motociclista è tenuto a rispettare.

La speranza del moto club Gardone VT è che, quello di giovedì, fosse solo il primo di una serie di incontri volti a far sentire le ragioni di tutti gli appassionati dei questo sport, e che, nelle prossime occasioni di incontro e confronto, la partecipazione possa aumentare, perché la voce degli enduristi sia una e sia forte.