Il caso Montecampione Bovegno ski
di Erregi

Due milioni e mezzo di euro per far ripartire gli impianti: tanti soldi, da aggiungere all’altrettanto ampia dose di fiducia richiesta ai finanziatori privati e pubblici

Di circa un milione e quattrocentomila euro si occuperebbero le Amministrazioni Pubbliche. Anche Bovegno fa la sa parte e ne promette 150 mila, da sommare ai 350 mila di Artogne e ai 150 mila di Piancamuno. Anche Gianico e Darfo sembrano essere d’accordo, ma dare fiducia alla Montecampione Bovegno ski è da coraggiosi.

Da anni, infatti, si cerca di evitare il fallimento e nonostante la chiusura in attivo della scorsa stagione, all’inizio di quella nuova, ogni volta, si ripresentano i problemi: anche quest’anno rimane il dubbio sull’apertura degli impianti, perché sono richieste le ovvie spese per elettricità, manodopera e manutenzione.

Pochi giorni fa la riunione dell’Mcb ski, che punta ancora sulla positività e sottolinea l’importanza di aprire gli impianti anche per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio. Ma servono i fatti, perché le buone idee non bastano all’investitore prudente e visti i tempi, nessuno investe in imprese disperate.

Le idee sono buone, si cercherà di ampliare l’offerta, creando agriturismi e strutture recettive, ma l’ostacolo sembra ancora difficile da superare con la sola speranza. Perno per superare tale ostacolo sembra essere Bovegno, che però, ha cambiato i propri piani insieme all’Amministrazione.

L’attuale primo cittadino Tullio Aramini, infatti, si dimostra più prudente e vuole evitare lo sfrtuttamento incontrollato del territorio, ma è anche vero che l’inverno è ad un passo e l’attesa non potrà protrarsi ancora a lungo.