«Volti e luoghi della Valtrompia all'alba del '900»
di Rosa Casari

Viene presentato sabato 23 luglio il volume edito da Valtrompia Storica e Comunità montana con la cura dello storico Franco Ghigini. Un libro esito della scoperta di lastre fotografiche nel piccolo paese di Aleno.

Il museo Il forno di Tavernole protagonista più che mai dell’estate sabato 23 luglio, quando sarà teatro per la presentazione in anteprima del volume "Volti e luoghi di Valle Trompia all'alba del Novecento”. Le ragioni di questa produzione bibliografica, curata da Franco Ghigini ed edita congiuntamente da associazione Valtrompia Storica e Comunità montana nell’ambito del progetto editoriale di quest’ultima, risalgono allo scorso anno, quando l’appassionato di storia locale Ferdinando Contessa, residente a Sarezzo ma originario della frazione marchenese Aleno, consegna all’associazione Valtrompia Storica alcune lastre fotografiche conservate nel proprio solaio. La scansione e l’ottimizzazione digitali, curate dagli animatori del Gruppo fotografico Sarèarte Sarezzo, e una prima sommaria valutazione di quanto in esse visibile permettono immediatamente di datarle all’inizio del Novecento e soprattutto apprezzarne il valore documentario, motivando l’Associazione ad avviare i necessari procedimenti per la più ampia valorizzazione.

Tutto ha inizio ad Aleno, frazione a mezza costa del Comune di Marcheno – racconta Franco Ghigini, curatore del volume – dal solaio di un antico edificio popolarmente chiamato Conventino dei frati di Lé. Cinquant’anni fa Caterina Catìna Foccoli, l’ultima della famiglia borghese già proprietaria del Conventino ad abitarvi alcune stanze, regala al giovane Ferdinando Contessa, operaio e contadino come allora un po’ tutti lassù, una piccola scatola. Prima di consegnarla, toglie con decisi movimenti della mano il velo di polvere che la ricopre e solleva il coperchio: contiene delle lastre fotografiche in vetro, quelle per intendersi che, secondo la tecnica diffusamente in uso sino all’inizio del Novecento, trattengono le immagini in negativo sullo strato di una soluzione fotosensibile di nitrato d’argento. Provengono proprio da quel solaio e in verità Ferdinando ne conosce bene l’esistenza. L’ampio e polveroso sottotetto, il vecchio granér, è infatti la “camera delle meraviglie” tante volte furtivamente esplorata da bambino, nelle sere d’estate, insieme ai coetanei: lì, dopo la vendita del Conventino a nuovi proprietari, sono rimasti suppellettili, manoscritti, riviste, giocattoli e una cassa piena per l’appunto di vetri fotografici a ricordare che, per quasi un secolo da circa metà Ottocento, i Foccoli dimorano fra i muri dello storico edificio. Le lastre fotografiche, che Catìna regala con un atto di generosa benevolenza oggi da intendere come provvidenziale, per anni riposano fortunosamente in un altro solaio, quello di Ferdinando, sino al 2010, allorquando egli decide che sia l’associazione Valtrompia Storica a disporne l’opportuna valorizzazione”.

Valtrompia Storica promuove una prima pubblica presentazione delle fotografie nella mostra “Volti e storie di un borgo triumplino all’alba del ’900”, allestita nell’ottobre scorso a Collio presso gli spazi della monumentale chiesa di S. Rocco, quindi programma per il 2011 la realizzazione del volume “Volti e luoghi di Valle Trompia all’alba del Novecento”, che la Comunità Montana di Valle Trompia acquisisce alla propria proposta editoriale, nella collana L’archeologia, l’arte, le tradizioni – Immagini.

La ricerca, svolta appunto in funzione della produzione bibliografica, permette di svelare l’affascinante storia dei preziosi supporti fotografici e meglio comprendere quanto in essi documentato. Si scopre così che le fotografie furono scattate dal giovane Ottorino Foccoli, classe 1884, il quale aveva appreso la tecnica negli anni di studio presso il seminario di Brescia. A rendere interessante, cento anni dopo, l’impegno di Ottorino è il privilegio da questi accordato a soggetti locali – anzitutto i familiari, ma anche abitanti e scorci di Aleno e di Inzino – in tal modo producendo quello che oggi si consegna come uno straordinario reportage antropologico d’inizio Novecento su altrimenti dimenticati luoghi della Valle Trompia.

La ricerca porta a rintracciare altre sette lastre fotografiche, conservate dal marchenese Bruno Doloni: insieme alle quarantuno di Ferdinando Contessa costituiscono un corpus rappresentativo del certamente più ricco repertorio, in gran parte perduto, frutto dell’impegno di Ottorino.
     
Scorrendo le fotografie si apprezzano le intense espressioni e i mille particolari – anzitutto dei vestiti – di uomini, donne e bambini, popolani che animano la vita contadina della contrada marchenese di mezza costa e borghesi che partecipano alla “moderna” socialità del fondovalle inzinese. Inoltre, si scoprono scenari rurali e urbani oggi scomparsi o profondamente trasformati.
 
Ad accrescere il potere fascinatore delle immagini sono i graffi, le macchie, le corrosioni e gli ammanchi con cui il tempo ha segnato pesantemente le lastre fotografiche sino a trasformarne alcune in originalissime “creazioni” del tutto simili a opere d’arte contemporanea. Ciò induce a un blando restauro, conservativo di quanto un secolo ha voluto “scrivere” incidendo il vetro e alterando il lavorio della luce a contatto col nitrato d’argento.
 
Curatore del volume è Franco Ghigini, autore del testo e della ricerca. Impegnato da oltre vent’ anni in ambito etnografico ed etnomusicologico, ha curato articoli e saggi sulle tradizioni della Valle Trompia, produzioni discografiche, interventi museali, progetti di formazione sulla didattica della storia locale con particolare attenzione alla fonte orale. Tra i suoi ultimi lavori va segnalata la terza edizione del volume “La Via del ferro e delle miniere in Valtrompia. Un itinerario nel passato produttivo e nel patrimonio storico-industriale di un territorio minerario e siderurgico”, pubblicata nel 2010 dalla Comunità Montana di Valle Trompia nella collana Le culture del lavoro e le tradizioni.
 
Il volume, realizzato grazie anche al contributo della Provincia di Brescia e del Comune di Marcheno, si offre come un catalogo dall’elegante veste tipografica, proponendo una selezione di quaranta lastre fotografiche di Ottorino Foccoli. Esse sono corredate dal testo di Ghigini che ne ripercorre la storia, racconta di Aleno, della famiglia Foccoli e della figura di Ottorino, per illustrare infine il fondo documentario. Il volume è completato da altri brevi testi: una testimonianza di Fabrizio Foccoli, discendente di Ottorino, che riferisce l’emozione nel ricomporre, grazie a questi documenti fotografici, tasselli della memoria familiare; un saggio di Rinaldo Capra – fotografo – e Maurizio Rebuzzini – docente a incarico di Storia della Fotografia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Brescia) – i quali si soffermano sul valore della fotografia come arte espressiva; un saggio di Lionello Anelli – Coordinatore del Sistema Museale di Valle Trompia – che ne sottolinea l’importanza come fonte storica. Informazioni maggiori sul sito dell’associazione www.valtrompiastorica.it.